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Cos’è il colore nell’arte?

Il colore nell’arte è uno strumento basilare, perché costituisce il fondamento della nostra grammatica visiva. Si tratta di un elemento estremamente potente: il colore ci tocca psicologicamente, fisiologicamente e, soprattutto, esteticamente. I colori, infatti, ci permettono di dar vita a connessioni profonde con oggetti e persone che entrano nel nostro raggio visivo, perché viviamo effettivamente in un mondo colorato. Tuttavia, scegliere i giusti colori nell’arte può essere intimidatorio data la vastità delle opzioni disponibili.

Sono stati proprio gli artisti, 40.000 anni fa, a scoprire i primi pigmenti mixando terreno, carbone bruciato, grasso animale e gesso. Nascono così i primi cinque colori usati nell’arte: rosso, giallo, marrone, nero e bianco. Da quel tempo il colore ha iniziato ad avere la sua storia, legata a doppio filo con quella dell’arte: la scoperta di nuovi toni ha affiancato l’evoluzione dei più grandi movimenti della storia dell’arte, dal Rinascimento all’Impressionismo.

La lunga strada del colore nell’arte

È proprio grazie all’arte che vengono alla luce nuove modalità di produzione del colore e nuove tonalità: “Ho finalmente scoperto il vero colore dell’atmosfera”, dichiarò Claude Monet, “È viola. L’aria fresca è viola”. Le luci viola e le macchie di lavanda, che ravvivano i covoni di fieno e le ninfee di Monet, devono la loro esistenza a un celebre ritrattista americano di nome John Goffe Rand. Nel 1841, infatti, Rand decise di trovare una soluzione alternativa alla conservazione della vernice, che all’epoca avveniva nelle vesciche animali. Fu lui a creare il tubo di vernice pieghevole in stagno, che consentì ad artisti come Monet di praticare la loro attività all’aria aperta dando vita a diverse miscelature di vernice, come il celebre Manganese Violet.

colore-arte-significato-storia-pittura-designLa rivoluzione industriale regalò poi al mondo dell’arte un’altra importante novità: i pigmenti sintetici. I colori sintetici hanno aumentato notevolmente la disponibilità di colori vibranti: il malva di William Perkin, primo pigmento sintetico della storia, ha permesso ad esempio l’applicazione della tonalità viola-fucsia stabilmente sui tessuti, apportando grandi novità alla pittura.
Con la grande disposizione di colori così creata, gli artisti hanno spesso cercato di dare vita un complesso di colori, che divenne per molti il fulcro di un’intera carriera, come nel caso di Wassily Kandinsky. Fu lui a sdoganare l’idea di un sistema personale di colorazione universale, inventando gli iconici simboli Bauhaus, il quadrato rosso, il cerchio blu e il triangolo giallo. La tendenza all’utilizzo simbolico e strutturato del colore, unito alla grande della ricerca postbellica, dette linfa vitale a progetti come la scuola Bauhaus e il neo-plasticismo olandese (De Stijl).

Che fine ha fatto il colore ai giorni nostri?

Con l’avvento della pop art, le tecniche innovative per la produzione dei colori nell’arte è giunta al suo culmine. Ogni prodotto può essere di qualsiasi colore, ed ecco nascere le variazioni di colore di Marilyn fatte da Warhol. Nel corso del XX secolo, il colore passa dall’essere una componente intrinseca e dirimente di un materiale, ad essere attributo cangiante e capriccioso di qualsiasi cosa. Ancora oggi, nonostante gli incredibili cambiamenti che ha subìto l’arte nei suoi 40 mila anni di vita, il colore resta una parte essenziale di qualsiasi opera d’arte. Grandi maestri del colore popolano il panorama artistico di tutto il mondo, compreso il Bel Paese: fra i maggiori esponenti del colore in Italia va ricordato sicuramente Antonio Tamburro. Si tratta di uno dei maggiori maestri del colore viventi nella nostra Terra, estremamente conosciuto in tutto il mondo. Tra i suoi soggetti troviamo la musica jazz, i volti di donna e soprattutto le metropoli. In maniera esemplare Tamburro sfrutta il caos e il disordine delle metropoli per dare vita a un mix di colori, che trascendono la mera rappresentazione e giungono ad aprire finestre incredibili nella fantasia di chi guarda.

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Antonio Tamburro

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