Per un collezionista, esperto o meno, è fondamentale accertare l’autenticità e la provenienza dell’opera d’arte che sta andando ad acquistare, con lo scopo non solo di tutelare se stesso, ma per garantire anche il corretto funzionamento del mercato dell’arte.
Ogni opera o bene artistico, infatti, oltre a possedere un intrinseco valore estetico, ha una sua precisa valenza economica, che dipende direttamente dal certificato di autenticità dell’opera stessa, elemento essenziale per i contratti di compravendita.
È vero anche che le modalità di attribuzione e di autenticazione sono varie, soprattutto quando distinguiamo tra opere di autori viventi e defunti. Di questo problema saranno sicuramente a conoscenza tutte quelle persone che hanno acquistato opere d’arte negli anni Sessanta, quando la documentazione oggi prevista non era un reale obbligo per il venditore, fino all’entrata in vigore della Legge Pieraccini nel 1971.
Un problema di rilievo, che viene a presentarsi soprattutto quando parliamo di artisti storicizzati, è quello della falsificazione. Dall’antichità ad oggi la scienza ha fatto passi da gigante nell’affinare metodi di riconoscimento e analisi delle opere, tuttavia, di fronte a veri e propri artisti falsari con eccelse capacità esecutive, risulta estremamente complesso scovare le falsificazioni.
In questo senso è stata da poco lanciata una tecnica senza precedenti per contrastare la falsificazione delle opere d’arte su tela e poter quindi assicurare una circolazione autentica di opere sul mercato dell’arte. Stiamo parlando di Smart Tag, ideata dalla londinese Tagsmart, una tecnica all’avanguardia basata sull’utilizzo del DNA sintetico, che permette di contrassegnare ogni opera con un’etichetta contenente un “codice genetico”, che una volta associato ad una specifica opera, non può più essere rimosso.
Sicuramente un bel passo in avanti nella battaglia contro l’industria dei falsari!