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Le opere d’arte sono i nostri ricordi

Refik Anadol attualmente artista, professore e ricercatore presso UCLA’s Department of Design Media Arts di Los Angeles, nasce a Isatnbul nel 1985. Il connubio tra la sua passione artistica verso la creazione di opere d’arte ibride tra architettura ed arti multimedili e la sua passione verso indagini scientifiche riguardanti le neuroscienze, hanno portano l’artista turco a seguire studi che indagano meccanismi neurali del controllo cognitivo.

Questa affascinante ricerca, realizzata presso il Neuroscape Laboratory dell’Università della California (San Francisco) gli ha permesso di dare vita a Melting Memories, un’installazione che riproduce il meccanismo di creazione dei ricordi nella nostra mente.

Le sorprese dell’arte contemporanea

Tramite l’utilizzo di uno specifico casco che fornisce un elettroencefalogramma, Anadol è riuscito a ricavare dati neurali, che dopo essere stati successivamente tradotti in algoritmi formulati da lui stesso, gli hanno permesso di creare strutture multidimensionali che sono in grado di farci vedere come il nostro cervello genera ricordi.

Il rusultato ci lascia senza fiato. Lo spettatore infatti si trova difronte ad un’incredbile installazione composta da uno schermo al LED (si palrla di misure enormi quasi 5 metri x 6 metri) e da una schiuma rigida fresata CNC, che  insieme danno origine a movimenti dinamici e ipnotici al tempo stesso.
Melting Memories viene per la prima volta esposta alla Pilevneli Gallery di Istanbul nel 2018.

 

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